Al giorno d’oggi sempre
più si sente parlare di ...
IoT o Internet delle Cose che altro non è che quella
Rete che permette agli oggetti di uso quotidiano di comunicare tra loro e con
gli esseri umani. Ne è un chiaro esempio la domotica, che rende la casa
intelligente e in grado di interagire con i suoi abitanti. I dispositivi IoT e
gli assistenti digitali hanno giocato un ruolo da protagonisti in questi ultimi
anni, dimostrando quali enormi benefici si possono trarre dal connubio fra
domotica ed intelligenza artificiale.
Cos’è l’Intelligenza
Artificiale? Essa è definita come l’abilità di un sistema tecnologico di
risolvere problemi o svolgere compiti e attività tipici della mente e
dell’abilità umane. Nella sua accezione puramente informatica, è la disciplina
che racchiude le teorie e le tecniche pratiche per lo sviluppo di algoritmi che
consentano alle macchine (in particolare ai ‘calcolatori’) di mostrare attività
intelligente, per lo meno in specifici domini e ambiti applicativi. In altre
parole, è la disciplina che si occupa di realizzare macchine (hardware e
software) in grado di “agire” autonomamente (risolvere problemi, compiere
azioni, ecc.).
L’AI si distingue in
due grandi categorie:
AI debole: sistemi tecnologici in grado di simulare alcune
funzionalità cognitive dell’uomo senza però raggiungere le reali capacità
intellettuali tipiche dell’uomo (parliamo di programmi matematici di
problem-solving con cui si sviluppano funzionalità per la risoluzione dei
problemi o per consentire alle macchine di prendere decisioni);
AI forte: “sistemi sapienti” (alcuni scienziati si spingono
a dire addirittura “coscienti di sé”) che possono quindi sviluppare una propria
intelligenza senza emulare processi di pensiero o capacità cognitive simili
all’uomo ma sviluppandone una propria in modo autonomo.
Proprio la chiave di
molte apparecchiature di domotica risiede nell’utilizzo di intelligenza
artificiale, quindi di sistemi cognitivi che sfruttano basi di dati di grandi
dimensioni raccolte in chiave social nel Cloud.
Ma la domotica non è
certamente l’unico ambito di applicazione dell’intelligenza artificiale, anzi è
solo uno dei tanti! Vediamone insieme alcuni.
1.
Intelligenza
Artificiale e Marketing: l’intelligenza artificiale può permettere di
prevedere il successo di una campagna o di un'iniziativa di marketing, aiutando
le aziende a migliorare; inoltre rappresenta lo strumento ormai necessario per
la gestione delle enormi quantità di dati a disposizione delle aziende, al fine
di intraprendere azioni di marketing personalizzate.
2.
Intelligenza
Artificiale e Finanza: il settore
finanziario si basa in gran parte su rapporti in tempo reale, accuratezza ed
elaborazione di grandi volumi di dati quantitativi per prendere decisioni
cruciali. In queste aree i sistemi di AI sono eccellenti: il settore
finanziario sta rapidamente implementando l'apprendimento automatico, il
trading algoritmico, l'intelligenza adattiva, i chatbot, l'automazione ecc. In
una serie di processi. Oggi esistono consulenti automatici basati su AI, che
sono in grado di prevedere il miglior portafoglio o stock in base alle
preferenze, analizzando i dati di mercato.
3.
Intelligenza
Artificiale e Pubblica Sicurezza: la capacità di analizzare grandissime quantità di
dati in tempo reale e di “dedurre” attraverso correlazioni di eventi,
abitudini, comportamenti, attitudini, sistemi e dati di geo-localizzazione e
monitoraggio degli spostamenti di cose e persone offre un potenziale enorme per
il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia della sicurezza pubblica
4.
Intelligenza
Artificiale e Healthcare: nel settore sanitario, l'intelligenza artificiale
ha già dimostrato di essere un punto di svolta. Gli assistenti di lavoro
abilitati AI aiutano i medici riducendo tempi e costi, snellendo i processi, ma
la svolta è attesa nel campo della diagnosi: i sistemi cognitivi di AI sono in
grado di attingere, analizzare e apprendere da un bacino infinito di dati
(pubblicazioni scientifiche, ricerca, cartelle cliniche, dati sui farmaci,
ecc.) ad una velocità inimmaginabile per l’uomo, accelerando processi di
diagnosi spesso molto critici per le malattie rare o suggerendo percorsi di
cura ottimali in caso di tumori o malattie particolari.
Inoltre, l’AI ha
migliorato molti sistemi tecnologici già utilizzati da persone con disabilità.
5.
IntelliGenza
Artificiale e Smart Cars: i veicoli autonomi sono i primi esempi di come
l'intelligenza artificiale stia influenzando l'industria automobilistica. Un
ampio segmento di veicoli autonomi sono collegati e quindi in grado di condividere
l'apprendimento tra loro. Questa percentuale è destinata ad aumentare
rapidamente in futuro.
Ma adesso torniamo
alla domotica: nel quotidiano,
attualmente, sono a disposizione i cosiddetti assistenti vocali, i quali,
attraverso la decodificazione della voce, possono permettere di impostare la
sveglia, avviare la lavatrice o la lavastoviglie o, anche, trovare la musica
che si sta cercando. Tutti questi apparecchi, grazie all’AI diventeranno sempre
più efficienti e in grado di “auto-imparare”, personalizzando sempre più i
servizi offerti!
La smart home è la
casa che tutti almeno una volta da bambini abbiamo sognato, una casa che è in
grado di interagire insieme a noi, imparare le nostre abitudini seguire i
nostri ritmi.
Questo tipo di
dimora intelligente si sta velocemente espandendo, all’estero e in Italia.
Le sue applicazioni
sono innumerevoli: sicurezza, risparmio energetico, illuminazione,
assistenza alla persona, gestione degli elettrodomestici, monitoraggio di tutte
le problematiche che possono presentarsi all’interno delle mura domestiche
(presenza di fumo, allagamenti, cortocircuiti), climatizzazione e
riscaldamento. Il mercato della smart home offre quindi numerose possibilità.
Ma vi è anche un
tentativo da parte di Facebook di fondere insieme le varie apparecchiature
smart presenti sul mercato ad un sistema di intelligenza artificiale.
L’obiettivo
di Mark Zuckerberg era quello di progettare un semplice sistema
di A.I. da installare nella propria abitazione, simile
a Jarvis di Tony Stark (Iron Man).
Il prototipo di
Facebook, comunque, è abbastanza semplice: si tratta di un sistema di
intelligenza artificiale con cui si può comunicare attraverso il proprio
smartphone o il proprio computer; è capace di controllare l’illuminazione, i
termostati, l’impianto audio e di sicurezza della propria abitazione ed anche
di apprendere preferenze e abitudini dell’utente. Ciò che lo
differenzia da quelli presentati dalle altre big company (Amazon, Google,
Apple) è l’integrazione di un sistema di riconoscimento facciale
e apprendimento per rinforzo che permette a Jarvis – questo
è il nome – di riconoscere chi gli sta trasmettendo il comando da eseguire,
offrendo in questo modo un’interazione personalizzata per ogni utente
presente in casa.
L’IA dimostra quindi la sua
enorme potenzialità nei diversi ambiti della scienza e della tecnologia, attraverso
l’analisi dei dati, la lotta contro il terrorismo, ma ancora le missioni
spaziali e le ricerche mediche.
A tutto questo però, non bisogna dimenticare
che l’IA, se non correttamente direzionata, potrebbe risultare estremamente
pericolosa. Con l’aumentare della sua diffusione ma soprattutto delle sue
potenzialità, essa porta dietro a sé tutta una serie di interrogativi rispetto
alle minacce che è possibile attenderci.
Tra le principali questioni che
vengono oggi affrontate, vi è il tema relativo alla maggiore facilità per gli
hacker di effettuare attacchi informatici, o ancora il rischio che la
diffusione di sistemi robotici può determinare rispetto alla giustizia,
all’etica e alla sicurezza delle persone. Si tratta di interrogativi cui sta
cercando di rispondere la Comunità Internazionale, le organizzazioni
governative e le forze politiche internazionali.
COSA PREOCCUPA GLI ESPERTI?
Secondo l’analisi
condotta da Cylance, la maggiore preoccupazione determinata dallo sviluppo
dell’IA è data da:
- Incremento di attacchi informatici devastanti
nei prossimi 12-18 mesi;
- Utilizzo intensivo di tentativi di phishing;
- Attacchi infrastrutturali critici;
- Attacchi Iot;
- Attacchi ransomware.
Al di là dei
rischi di natura informatica, ciò su cui si concentra gran parte della
letteratura riguarda l’evoluzione che l’IA sta innescando rispetto al tema
dell’occupazione. E’ questo in
particolare il caso di A.F., operaio licenziato in Italia
con una motivazione esplicita da parte dell’azienda: un robot svolge
meglio di lui il suo lavoro. L’ azienda ha infatti installato una macchina
denominata Paint cap applicator che svolge in automatico il
medesimo lavoro fatto finora da lei.
Secondo gli
studi dell’università di Oxford infatti, il 47 per cento degli attuali
lavori sono a rischio, nei prossimi vent’anni, per l’avanzare dei robot.
Bill Gates, per esempio, a proposito dell’evoluzione dell’intelligenza
artificiale, ha detto: «E’ nata come un aiuto dell’uomo, ma adesso è così
forte che può diventare il suo incubo».
Per concludere, quando
si parla di intelligenza artificiale e sicurezza insieme, se da un lato, essa rappresenta
una fonte di preoccupazione, dall’altro, è proprio l’AI stessa a rendere più
efficaci le strategie di sicurezza delle aziende e in generale, dell’umanità.
La Cina ha ammesso,
nel corso del 2018, di aver realizzato il più vasto e capillare sistema di sorveglianza al mondo.
Centinaia di migliaia di telecamere sparse per tutto il paese e un potentissimo
software di riconoscimento facciale in grado di identificare praticamente
chiunque: malviventi, ricercati, ma anche comuni cittadini, dissidenti politici
o avversari del potere costituito.
Le associazioni per la tutela dei diritti umani mettono già in guardia contro
questa tecnologia, che già oggi permette di riconoscere i volti di tutti noi
sui social network, di seguire i nostri spostamenti, di controllare le nostre
frequentazioni.
In particolare, secondo
gli esperti del MIT nel corso dei prossimi mesi il riconoscimento facciale si
spingerà ancora oltre e assisteremo alla comparsa di sistemi in grado di
identificare le nostre emozioni davanti allo schermo, davanti a una vetrina o a
uno scaffale del supermercato.